COME IN UNO SPECCHIO (1961)
A cura di Alessandro Dionisi
L’isola di Farö è nuovamente il paradigma del regista Ingmar Bergman per questa sua opera. Farö è Il luogo della fuga, delle velleità artistiche, della morte e dell’amore; l’isola degli equivoci sentimentali e trascendentali.
Davide è uno scrittore di romanzi che si è affermato negli anni. Nella sua vecchia e maestosa casa, tra le rocce e le onde del mare, ospita per alcuni giorni insieme all’adolescente Minus la figlia maggiore Karin e il genero Martin di professione medico. Fin dalle prime sequenze si nota una tensione inconscia, un’intenzione plastificata di riconciliazione familiare. Siamo di fronte a personaggi che vivono la vita interiormente nascondendo qualcosa, personaggi che ingoiano malesseri incapaci di esternare i sentimenti.
Ognuno insomma lascia liberi i propri pensieri in un abissale deserto arido. Di fronte abbiamo due stereotipi di persone: Davide e Martin indaffarati per affermarsi socialmente, Karin e Minus invece con chiare difficoltà di inserimento, misteriosamente regressi dai primi due in atteggiamenti infantili ed ora, per circostanze diverse, costretti a vivere le propria esistenza in un’ampolla di vetro. Continua a leggere →
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